lunedì 9 dicembre 2013

W gli addobbi!!!

Ciao a tutti,

finalmente ci siamo!! Le case di chi come me amano le vecchie tradizioni domenica si sono illuminate delle luci del Natale e dei sorrisi dei bambini!

Non vedevo l'ora! Casa mia sembra ancora più bella. Il bello di quest'anno è che il mio bimbo ora canticchia canzoncine ed insieme improvvisiamo improbabili balletti!

Gli ultimi due giorni non ho aggiornato il mio blog perché sabato ne ho approfittato per andare anche quest'anno alla fiera dell'artigianato e ieri chiaramente abbiamo addobbato la casa. 

Per quanto riguarda la fiera quest'anno non avevo grossa disponibilità, ma è comunque interessante e fonte di ispirazione fare un giro tra gli artigiani. Sono riuscita anche a fare piccoli affari portandomi a casa 125 g di burro di karitè a 5 euro, 9 bacche di vaniglia bourbon a 5 euro, un bel pacchettino di cannella in stecca a 3 euro e ben un chilo di miele di girasole (buonissimo!!) a 7,5 euro. Posso ritenermi soddisfatta!

Al ritorno dalla fiera e prima di correre a cena da mio cognato, ho anche rinfrescato la mia pasta madre, togliendone la metà (meno di un etto) e aggiungendo 50 ml di acqua e 100 g di farina.  Siccome la pallina si era asciugata in superficie nell'eliminare la metà dell'impasto ho tolto la parte secca, ho aggiunto un goccino d'acqua sul fondo del contenitore e invece di utilizzare il panno ho adagiato il coperchio del contenitore in modo da lasciare una fessura per l'aria. Per la fretta non ho fatto la foto, considerate che la pallina di pasta non era molto diversa da come era all'inizio. 

Ieri ha iniziato a fermentare. Ecco com'era intorno alle 5 del pomeriggio:



Ho fatto un secondo rinfresco come descritto sopra e continuerò così fino a quando la pasta non inizierà a lievitare in 4 ore (ci potrebbero volere anche 15 giorni).

Nel frattempo utilizzerò il coperchio del contenitore e non il panno per proteggere l'attuale colonizzazione della pasta e nel caso dovesse seccare troppo, aggiungerò un goccino d'acqua sul fondo del contenitore.

A presto

Emanuela

venerdì 6 dicembre 2013

Pasta acida o pasta madre? Sicuramente lievito naturale!

Ciao a tutti, 
qualche tempo fa parlando con mia cugina sono venuta a conoscenza che possiede una macchina per il pane che lei non usa. Allora, da brava re-user, ho chiesto se fosse disponibile a prestarmela, perché l'idea di fare il pane in casa mi ha sempre allettato. 

Per un periodo ho provato a fare il pane in casa, ma la cottura nel mio forno non mi soddisfaceva: il pane risultava troppo duro nella crosta e non ben cotto nel centro. Non sono mai riuscita a settare il forno adeguatamente, ma la causa potrebbe anche essere del forno vecchio che scalda di più verso la parete di dietro e meno verso la porta. Avevo anche provato a fare la pasta madre (o pasta acida o lievito naturale), ma ho commesso alcuni errori che non mi hanno portato ad un buon risultato.

Tuttavia considerando che a distanza di tempo non vi è ancora una legge che obblighi a specificare quando il pane è ottenuto mediante addizione di enzimi e visto che la cuginetta mi presta la macchina per il pane è arrivato il momento di riprovarci. 

Il pane ottenuto mediante lievitazione con aggiunta di enzimi è infatti molto diffuso ed impossibile da distinguere da quello a lievitazione naturale. Ha il grande vantaggio di permettere lievitazioni veloci (comode in un'epoca in cui vogliamo pane fresco a tutte le ore) producendo un pane soffice e fragrante, ma al contempo produce un pane con un indice glicemico, ovvero, la velocità con cui aumenta il valore della glicemia nel sangue a seguito dell'ingestione di un alimento, altissimo e l'ingestione di 100 g di questo pane è paragonabile a l'ingestione di 100 g di zucchero. Che cosa vuol dire? Vuol dire che quando mangiamo questo pane avremo un senso di sazietà momentaneo che si esaurisce in fretta, poiché i recettori della fame sono regolati dal riempimento dello stomaco e dalla glicemia, e quest'ultima si impenna dopo il pasto e crolla velocemente grazie all'azione dell'insulina. Se si è in salute questo non è nocivo, anche se può portare a mettere su peso, ma pensate cosa accade ad una persona diabetica!

Purtroppo questo è uno dei difetti del nostro tempo, in cui alimenti ottenuti con processi industriali e alimenti ottenuti in maniera tradizionale coesistono e la legge non si consente di scegliere in maniera consapevole. 

Ma ritorniamo alla panificazione tradizionale. Il lievito naturale si ottiene mescolando acqua e farina e lasciando che Madre Natura faccia il resto. I batteri presenti nell'aria intaccheranno l'impasto ed inizieranno a fermentare lo zucchero (amido), creando anidride carbonica (CO2) che potremo apprezzare con la formazione di bolle nell'impasto. Rinfrescando l'impasto si fornirà ai batteri nuova materia prima da fermentare e si otterrà la colonizzazione stabile di lieviti e lattobacilli. 

Il lievito naturale è quindi differente dalla pasta di riporto, che si ottiene conservando parte dell'impasto per il pane a cui si è aggiunto del lievito di birra. Il lievito naturale contiene un mix di batteri e lieviti con un potere nutritivo molto superiore e una digeribilità più elevata. 

Ci vorranno circa 20 giorni per ottenere una pasta madre che abbia la "forza" per poter far lievitare l'impasto per il pane. Iniziando oggi se tutto andrà bene dovrei ottenere la mia pasta madre per Santo Stefano, giorno in cui andrò a prendere la macchina per il pane. 

Ecco cosa ho fatto: 

ho preso 100 g di farina 0 e ho aggiunto 60 ml di acqua tiepida e li ho versati in un contenitore capiente (fig. A). Ho impastato fino ad ottenere una pallina liscia e omogenea (fig. B). Ho coperto con un panno, fissandolo al contenitore con un elastico (fig. C). Ho riposto il contenitore a riparo dalla luce a temperatura ambiente (no vicino ai termosifoni!!). 


Ora devo solo aspettare 24 ore. Domani alla stessa ora eliminerò 100 g di impasto e lo sostituirò con altri 100 g di farina e 50 ml di acqua.

Speriamo a questo giro di ottenere un buon lievito naturale.

Buona lievitazione!!

Emanuela

mercoledì 4 dicembre 2013

Tanto che cosa hai da fare??

Piccola riflessione sulle assurdità che si dicono alle persone disoccupate. 

Chi è disoccupato si trova suo malgrado a sentire una serie di sciocchezze uscire dalla bocca di chi lavora e spesso non è tanto quello che viene detto, ma come ciò viene detto. Appurato che chi è a casa ha molto più tempo libero rispetto a chi lavora, questo non vuol dire che chiunque possa sentirsi libero di proporti i passatempi più svariati e privi di qualsiasi fondamento di ragionevolezza. 

"Perché non vai in banca tanto che cosa hai da fare? (aria di sufficienza) Così non ti annoi! (sorriso sarcastico)". Certo, è risaputo che fare la coda in banca o in posta sia un passatempo ambito dai più. Io non vedo l'ora di alzarmi la mattina e di andare a fare la coda in posta!! Come sono fortunata ad avere il tempo per poterlo fare!!

"Perché non esci! Fatti un giro per il quartiere, prendi un pò d'aria che ti fa bene!" Anche questa attività è risaputo essere la preferita dalle persone che lavorano. Ci sono lavoratori disperati all'idea di non avere il tempo per fare una passeggiata in solitario ed al freddo per il quartiere desolato di periferia! 

"Dai guarda il lato positivo, puoi fare le pulizie di casa un pò alla volta senza ammazzarti di lavoro!" Vedi che stupida che sono! Tutti i giorni posso svegliarmi e gioire di poter pulire oggi il bagno, domani la cucina, poi il soggiorno, la camera e infine ricominciare da capo!! Giorno dopo giorno, inesorabilmente e sempre in solitudine!! Ma quanto sono fortunata ad avere il tempo per poterlo fare!!

Inoltre se sei a casa hai sicuramente il tempo per fare la spesa, farti fare 20 preventivi per la canna fumaria, tenere in ordine i documenti, intrattenere rapporti con il vicinato, andare a fare utili giri per negozi senza soldi in tasca, bere un caffè con le amiche (che lavorano: virtuale quindi?), cucinare manicaretti all'altezza di Master chef, ecc..

"Ciao! Senti, scusa, posso chiederti un favore?" "Si, certo, dimmi pure!" "Prepareresti 40 stelline di carta per decorare lo sfondo del palco per la recita? Tu non lavori, giusto?"

Già, giusto. E quindi eccomi qui a disegnare e ritagliare stelline di carta per la recita del mio piccino e tra disegna e ritaglia 2 ore della mia giornata se ne sono andate. Tanto che cos'ho da fare?


Il problema non è il tempo libero o i modi per impegnare il tempo, il problema è il valore che la gente da al tuo tempo da disoccupata, che sicuramente vale meno del loro. Pensare che basterebbe un semplice "Hai tempo per...?" di circostanza a fare da pacere ... Forse loro, che sono la forza lavoro e che fanno quello che fai tu in meno tempo, considerano te da un lato fortunata ad avere tutto quel tempo libero e dall'altro ingrata perché non ne sai gioire.

Ma d'altronde prima o poi tutti dobbiamo fare i conti con il karma, e ora tocca a me, perché io quando lavoravo parlavo ai disoccupati come ora chi lavora parla a me!! E questo serve, serve tanto a capire che non bisognerebbe mai giudicare le vite degli altri perché nessuno può sapere veramente come vive un'altra persona fino a quando non ci si trova negli stessi panni.

Non si può capire la noia nel ripetere le stesse cose giorno dopo giorno. Certo, so che anche il lavoro è ripetitivo, ma il solo fatto di scambiare due parole con il collega o con il cliente, rende ogni giornata differente dalla precedente.

Va bene, faccio i conti con il mio karma, taglio stelline e sto zitta! Mi serva da lezione!!

Però almeno voi, mariti, mogli o co.co.co (compagno/a continuativo/a e condannato/a), almeno voi, cercate di comprendere che noi vi siamo immensamente grati per il fatto che vi prendete cura di noi, lavorando e provvedendo al nostro sostentamento, e per questo ricambiamo amorevolmente facendovi trovare una casa accogliente e un pasto adeguato.

Almeno voi cercate di comprendere che se le vostre giornate iniziano accendendo il PC o tirando su la saracinesca e terminano spegnendo il PC e chiudendo la saracinesca, le nostre iniziano al risveglio e terminano quando ritocchiamo il letto.

Almeno voi ogni tanto alzate gli occhi dalla TV e fate la fatidica domanda: " Hai bisogno di aiuto?", perché noi comprendiamo che lavorate, siete stanchi e il vostro tempo libero è prezioso, ma almeno voi, se veramente tenete a noi, ridate valore al nostro tempo

Allora non ve ne saremo solo immensamente grate, ma ricambieremo con tutto il nostro amore!

Emanuela

martedì 3 dicembre 2013

La casa in campagna: di sogno in sogno.


Vorrei poter vivere in una casa di campagna. 

Vorrei che la mia giornata fosse scandita dai ritmi perfetti della natura e non dal ticchettio frenetico dell'orologio. 

Vorrei vedere le mie primavere colorarsi di verde, lilla e rosa e le mie estati accendersi della luce del sole e dei riflessi dei frutti maturi. 

Vorrei lasciar svegliare i miei sensi all'equinozio di primavera, con i fiori, ed avere mani sapienti nell'accogliere ed impreziosire ciò che Madre Natura offre di più bello. 

Vorrei avere primavere ed estati laboriose e gioiose, autunni ed inverni lenti, da assaporare. 

Vorrei vedere il mio bambino giocare sereno sull'erba, lontano da pericolose automobili, al riparo da chi ha solo cattivi pensieri e dallo smog che soffoca qualsiasi ispirazione. 

Ora vorrei chiudere gli occhi ... sentire d'estate con le orecchie il silenzio che brulica di operosi insetti ed uccelli cinguettanti comporre melodie amorose e con il naso i profumi di terra, erba, frutta e fiori. 

D'inverno, vedere la campagna che dorme cheta, poter sentire il rumore della pioggia e della neve che scendono dal cielo e nell'aria note di té profumati di spezie, frutta secca e legna che arde nel caldo camino. 

Godere del tempo in famiglia davanti al fuoco, fatto di risate, favole e magia d'altri tempi ... 

Vorrei tutto questo e volevo condividere il mio sogno ad occhi aperti, come a renderlo più reale. 

Ora si muove nell'etere da me a voi, e da voi ritorna nel sogno.

venerdì 29 novembre 2013

Eventi in evidenza.

Ciao a tutti,

volevo segnalare un evento gratuito organizzato dalla Croce Rossa Italiana. Si tratta di incontri in cui verrà insegnato a genitori, nonni, zii, tate, ecc.. le manovre di disostruzione pediatrica salvavita!

Locandina dell'Evento

La partecipazione è gratuita ed il corso dura circa due ore. Penso sia importantissimo per chi ha dei bambini o per chi se ne prende cura conoscere queste manovre. 

Di seguito il link per scoprire la data nella città più vicina a voi. 


Emanuela

- 10 giorni agli addobbi natalizi!!

Ciao a tutti,

mancano solo 10 giorni al momento in cui le nostre case si illumineranno a festa!

Nel frattempo si preparano le decorazioni con i più piccoli. Io mi sono divertita con mio figlio di tre anni a fare delle stelline con i mattoncini d'amido di mais (Happy mais, Playmais)! Provateli! Vanno bene per i bimbi dai 2 anni in su, purché abbiano già consolidato la capacità di rappresentare al realtà. Non sporca, è atossico, è biodegradabile ed è semplicissimo da usare. Basta inumidire un pezzetto sull'apposita spugnetta ed appiccicarlo ... ad un altro. 

Ecco quello che ha fatto mio figlio di soli tre anni con un piccolo aiuto da parte mia!



Sono luccicanti perché abbiamo steso uno strato di colla vinilica e brillantini. Mio figlio vuole attaccare le stelline ai vetri della finestra della sua camera, ma sto anche pensando di unirle con un filo di nylon e farle scendere da una mensola, così da averle in movimento. Ci saranno brillantini vaganti per tutta la camera, ma d'altronde Natale viene una sola volta l'anno! Di tutto questo la cosa più bella è che i bimbi si sentono coinvolti nei preparativi per le feste! Considerate che una confezione di questo gioco può rappresentare un'ottima idea regalo sia che il bambino non lo conosca ancora, sia che lo sappia già utilizzare. 

Nel frattempo anche la scuola materna si prepara alle feste e a noi genitori ha chiesto di preparare i pezzi di un presepe moderno. A me è toccato un personaggio (alla stregua del pastorello). Quindi, via di inventiva per creare un maschietto (a richiesta di mio figlio). Potevamo utilizzare qualsiasi tipo di materiale. Io ho deciso di fare un modellino con la plastilina. Volete vedere il risultato?


Ho impiegato un'ora, tanto per farvi capire il livello della mia incapacità, mentre mio figlio spargeva plastilina ovunque. Non sapendo come modellare i capelli, ho utilizzato del filo spesso che ho conficcato nella povera testa del pupazzo con uno stuzzicadenti. Beh dai, almeno sta in piedi! Cosa non si fa per i nostri piccini! 

Nella mia testolina frullano altre idee da realizzare con "picciriddu miu", ma ve ne parlerò in un prossimo post. 

Per ora buona giornata!!

A presto!

Emanuela

lunedì 25 novembre 2013

Ciccia o non ciccia? Seitan!!

Ciao a tutti,

partendo dal presupposto che sono troppo una buona forchetta per rinunciare ai piaceri della carne, è comunque un pò di tempo che rifletto sul fatto che nella mia famiglia se ne consuma veramente troppa!

Tutto è cominciato qualche anno fa quando il mio compagno, pastaiolo affezionato non amante delle verdure, ha deciso di perdere qualche chiletto sostituendo pane e pasta con carne ed affettati e senza nemmeno rendermene conto, la carne è diventata pietanza quotidiana.

E' risaputo ormai che nella nostra società vi è un eccessivo consumo di proteine e che queste proteine provengono in gran parte dalla carne, che ormai si trova in comode confezioni nel supermercato vicino casa ed a prezzi non proibitivi.

Oltre a non essere necessario tutto questo apporto proteico, la carne porta con se anche grassi animali ricchi in colesterolo e purtroppo, a causa degli allevamenti intensivi, anche tracce di farmaci ed ormoni. Un consumo saltuario di carne, soprattutto bianca, fa si che tali sostanze non si accumulino e permette invece di beneficiare dell'apporto di ferro organico, più assimilabile rispetto a quello inorganico, e vitamina B12, presente solo negli alimenti di origine animale.

La carne dovrebbe essere presente sulle nostre tavole non più di un paio di volte alla settimana e nel fare questo calcolo dobbiamo tenere presente che anche prosciutto, speck, bresaola e wurstel sono carne!

Tuttavia sostituire la carne sulle tavole di chi non ama la verdura non è impresa facile. Considerando però la buona volontà da parte del mio compagno nel provare nuovi alimenti, ho cominciato a cimentarmi con pietanze, non eccessivamente elaborate, da proporre in sostituzione della fettina.

Oggi ho deciso di cimentarmi nella preparazione del seitan di grano, che qualcuno magari conosce come carne vegetale. Il seitan è composto da glutine, una proteina vegetale presente in molte farine. Quando facciamo l'impasto per la pizza, questo contiene sia glutine sia amido. Per ottenere il seitan l'amido della farina viene eliminato mediante lavaggio in acqua dell'impasto: l'amido, solubile in acqua, si discioglie mentre il glutine, insolubile in acqua, forma una maglia morbida e malleabile.

Per la preparazione di un buon seitan è necessario utilizzare quelle che sono definite farine forti come la manitoba o quella integrale. Si possono però utilizzare anche altre farine, come ad esempio quella di kamut e quella di farro. Il sapore e la consistenza del seitan cambieranno in base alla farina utilizzata.

Io avevo in casa un pacchetto di farina integrale biologica. In tal caso la prima cosa da fare è setacciare la farina per rimuovere la crusca. Io ho omesso questo passaggio, la crusca si dovrebbe comunque separare in fase di lavaggio.

Attenzione: questo prodotto non è adatto per le persone affette da celiachia.

Ingredienti:

Per l'impasto (Fig.1 A)

  • 500 g di farina integrale di grano tenero
  • 300 ml di acqua

Per il brodo di cottura

  • 1 carota
  • 1/2 cipolla
  • 1 gambo di sedano
  • 2 cm di zenzero fresco
  • 3 cm di alga kombu secca
  • 2 foglie di alloro
  • 1 rametto di rosmarino
  • 3 rametti di prezzemolo
  • 3 bacche di ginepro
  • 50 ml di salsa di soia
  • 1,5 L di acqua

Procedimento

1 - Preparazione dell'impasto
Su una spianatoia (mi si è rotta la planetaria) disporre la farina a fontana (Fig.1 B). Versare nel centro una parte d'acqua ed iniziare ad assorbire l'acqua con piccole dosi di farina. Continuare fino ad esaurire tutta l'acqua. A questo punto avrete una palla di impasto che dovrete lavorare almeno 10 minuti, ovvero, fin a quando non otterrete un impasto liscio e soffice.

Fig. 1

2 - Riposo
Fate una palla e ponetela in un contenitore (Fig.2 A). Ricoprite la palla d'acqua e lasciate riposare 3 ore (Fig.2 B). Ricordate, più riposa e più facile sarà allontanare l'amido.

Fig. 2
3 - Lavaggio
Nel lavello disponete un colapasta adeguato a contenere l'impasto, in una insalatiera che lo contiene interamente. Ponete l'impasto nel colapasta e riempite l'insalatiera di acqua fredda. Con le dita o con le mani chiuse a pugno iniziate a schiacciare l'impasto. Noterete che l'amido inizierà a fuoriuscire (Fig. 3 A). Questa è la parte più critica in quanto vi sembrerà che l'impasto si disfi: non temete e continuate a lavorarlo. Se si dovessero staccare dei pezzi li potrete recuperare dal colino e reimpastare. Se avete usato la farina integrale non setacciata noterete che anche la crusca inizia ad uscire dall'impasto. Quando l'acqua è ben satura di amido (Fig. 3 B) la dovrete sostituire con acqua nuova ma questa volta calda. Non buttate via l'acqua dei primi e lavaggi, ma recuperatela in una grossa pentola. Nel versare l'acqua nella pentola recuperate la crusca con un colino. Effettuate un secondo lavaggio a caldo. Procedete alternando acqua fredda e acqua calda. L'unica accortezza che dovrete avere è di effettuare sempre l'ultimo lavaggio con acqua fredda, perché contrae le fibre di glutine e rende l'impasto più compatto. Via via che eseguite i lavaggi dovreste notare che l'impasto diventa sempre meno molle e sempre più compatto (Fig. 3 C). Alla fine dei lavaggi (io ne ho fatti 5) potete porre l'impasto sulla spianatoia ed aggiungere, impastando, verdure a pezzi o legumi. In quest'ultimo caso tenete presente che la cottura sarà un pò più lunga.

Fig. 3

Create una pallina come si fa per le mozzarelle (Fig. 4 A) ed avvolgete l'impasto a caramella in un canovaccio che avrete avuto l'accortezza di risciacquare bene dall'eventuale ammorbidente (Fig. 4 B e C). Io ne ho uno apposta che utilizzo in cucina e che lavo a mano con il detersivo dei piatti.

Fig. 4

4 - Cottura
Ponete in una pentola capiente con tutti gli ingredienti elencati e portate a bollore (Fig.5). Nello scegliere la pentola ricordate che il seitan in cottura aumenta di volume. Nel brodo di cottura potete metterci tutte le verdure che la vostra fantasia o il vostro gusto personale desidera. Vi consiglio però di utilizzare sempre la salsa di soia, che addiziona il seitan di due aminoacidi essenziali (lisina e treonina) di cui il glutine è carente e l'alga kombu che apporta iodio, ferro e calcio. In questo modo otterrete un alimento veramente completo.

Fig. 5

Quando l'acqua raggiunge il bollore ponete il seitan avvolto nel canovaccio. Dopo 30 minuti rimuovete il canovaccio e terminate la cottura per altri 40 minuti. Ponete il seitan su un tagliere e lasciate raffreddare (Fig. 6 A).

Fig. 6

Ora potrete tagliarlo a fettine (Fig 6 B) per prepararlo alla piastra o alla milanese, oppure a pezzetti per farne uno spezzatino con patate o ancora macinarlo per ricavarne un ragù! Io l'ho servito impanato come le cotolette alla milanese. 

Nella preparazione del seitan non si butta nulla. Come recuperiamo l'amido e la crusca?

Fig. 7

Facciamo i  pancakes e/o le crepes d'amido e crusca

Lasciamo sedimentare l'amido per almeno tre ore. Con un mestolo, eliminiamo l'acqua di superficie e arrivati all'amido sedimentato, lo mescoliamo e lo passiamo in un contenitore più piccolo. Lasciamo sedimentare ancora un'oretta ed eliminiamo l'acqua di superficie.

Per ogni 500 ml di amido ben sedimentato aggiungiamo:
3-4 cucchiai di crusca
2 cucchiai di zucchero
1 bustina di vanilina
1/3 di bustina di lievito per dolci

Lasciamo riposare 15 minuti. Il composto tenderà a sedimentare ancora. Potete decidere di eliminare ancora l'acqua oppure semplicemente mescolare (Fig.8 A). Io vi consiglio di aggiungere la crusca anche se la avete setacciata prima di impastare perché abbassa l'indice glicemico di questo dolce e lo rende meno gommoso.

Oliamo leggermente una padellina e versiamo circa 100 ml di composto. Quando si formano le bollicine, rigiriamo la frittellina (Fig.8 B). Lasciamo cuocere un minutino anche dall'altra parte.

Fig. 8
Prepariamo altre due frittelline analogamente e serviamo così come di fa per i pan cakes, con sciroppo d'acero o miele (Fig.9 A). Possiamo anche non mettere il lievito e cuocere analogamente a come fatto per i pan cakes, circa 50 ml di composto. Otterremo così una sorta di crepe che possiamo farcire con crema alla nocciola o marmellata (Fig.9 B).

Fig. 9

Che dite, vi piace l'idea??

Buon appetito!

Emanuela





giovedì 21 novembre 2013

E' il mondo che ti dice tu pensa alla salute!

Ciao a tutti,

oggi pausa dalle attività perché, non volendo farmi mancare nulla dalla vita, ieri ho fatto un prelievo di midollo osseo. Già già, facendo un routinario controllo dei valori ematici circa 8 mesi fa, il medico ha riscontrato che la conta piastrinica era elevata (il doppio per la precisione) rispetto al valore soglia. Da quel giorno è iniziato l'iter verso la diagnosi che è culminato ieri in un prelievo di midollo, che sembra essere l'unico modo per avere una diagnosi certa.

Il prelievo è un pochino doloroso e questo già lo sapevo, ma si sono guardati bene dal dirmi che avrebbe fatto più male dopo che durante! Ieri sera non riuscivo nemmeno a stare seduta. Oggi va meglio, ma preferisco non esagerare, al massimo preparerò una torta di noci, visto che mio suocero mi ha donato un bel sacchettone di noci colte fresche fresche nella campagna friulana*.

Essendo io già affetta da Morbo (o malattia) di Crohn, devo dire di aver reagito molto male alla notizia che un'altra patologia invalidante si aggiungeva alla prima. Chiaramente sto incrociando le dita, sperando che l'analisi sul midollo confermi la diagnosi, per ora provvisoria, di Trombocitemia essenziale, perché le alternative non sono molto divertenti. In caso di conferma potrò tirare un sospiro di sollievo, perché nella sfortuna mi sarà andata ancora bene, essendo la trombocitemia una patologia che si tiene a bada abbastanza semplicemente. 

Tutta questa faccenda mi ha però fatto riflettere, e molto, sulla non casualità degli eventi. Conoscete l'effetto placebo? L'effetto placebo è la più grande dimostrazione della forza che la nostra mente ha sul corpo, nonché della grande capacità del nostro corpo di guarire autonomamente. Così, come l'immaginare fervidamente che qualcosa che stiamo assumendo ci fa bene ci fa realmente stare meglio, allo stesso modo l'effetto tossico dei pensieri negativi avvelena il nostro corpo, facendoci ammalare

Il Morbo di Crohn mi fu diagnosticato ben 16 anni fa, al temine di un periodo della mia vita che definirei difficile, in cui tutto intorno a me stava cambiando, in cui avevo perso i punti di riferimento a cui ero attaccata e che erroneamente reputavo essere fondamentali per fare di me... ME. C'è voluto un pò di tempo per recuperare la mia identità e rimettere in piedi la mia vita, una sofferenza psicologica talmente intensa da lasciare il segno sul mio corpo. Ai tempi mi rivolsi anche ad un bravo medico che praticava l'agopuntura. Un pò medico ed un pò santone, mi disse che dovevo cambiare il modo di vedere gli eventi. Sosteneva che il mio corpo rispecchiava il modo in cui reagivo alle avversità: psicologicamente le accettavo a forza, ma me ne sarei voluta sbarazzare velocemente e il mio corpo, buttava giù il cibo, ma se ne sbarazzava in fretta. C'è voluto però l'intervento chirurgico per convincermi che lui aveva ragione e che non era con i farmaci che avrei risolto la situazione.

Ho cominciato ad ascoltare il mio corpo, a fare attenzione a come reagisce ai diversi fattori ambientali, ai diversi alimenti. I bambini sono più bravi di noi nel fare questo: se non influenzati dall'esterno (da noi) dormono quando hanno sonno, mangiano quando hanno fame, rifiutano i cibi che non riescono a digerire e sono in grado autonomamente di stabilire un'alimentazione equilibrata. Da adulti, i tempi frenetici, i condizionamenti indotti dalla società ci fanno perdere la capacità di ascoltarci. Quante volte mangiate degli alimenti che non tollerate e nonostante ciò continuate a farlo?? Non c'è bisogno del nutrizionista o del test delle intolleranze, lo sapete già da soli che non vanno bene, solo non lo volete ammettere. Io facevo lo stesso e, siccome non sono santa, lo faccio ancora, solo che ora sono consapevole di quello che faccio quando cedo alla tentazione. Parallelamente ho cominciato anche ad ascoltare tutti gli altri segnali: mi sono impegnata a rallentare quando ero esausta e a ridere quando ero giù di morale. Risultato: 10 anni di remissione non farmacologica!! Sono quasi un caso clinico!

Ero proprio convinta di saper tenere a bada la mia patologia e quando la vita mi ha messo nuovamente alla prova, mi sono concentrata sul benessere del mio intestino ... mai avrei immaginato che un altro organo sarebbe stato colpito dalla mia incapacità di gestire il momento. Inutile dirvi che quando ho scoperto il fattaccio mi è subito tornato in mente il medico-santone: cosa avrebbe detto a questo giro? Qual è l'emorragia mentale che il mio corpo sta tentando di tamponare con tutte queste piastrine?? Non chiedetemi una risposta, ci sto ancora lavorando.

Il mondo in cui viviamo non aiuta per niente, ci sommerge di immagini di un benessere fittizio fatto di cose e non di persone, di mode effimere e non di sentimenti duraturi, di malattie da curare e non di un corpo di cui avere cura, di eccessi da tamponare e non di equilibri da mantenere. Per non parlare dei veleni che quotidianamente ci spalmiamo addosso, mangiamo e respiriamo e delle onde elettromagnetiche a cui siamo sottoposti. E' veramente questo a farci felici? 

Io mi rimetto all'ascolto di me stessa e cercherò di evitare il più possibile i veleni industriali sotto qualsiasi forma mi vengano propinati. Certo, non sono pazza e gli antiaggreganti per ora saranno la mia quotidianità, ma sono proprio intenzionata a ridurre la chimica dei prodotti cosmetici. Chi mi assicura che non siano una concausa dei miei malanni?

Per il momento la mia anca martoriata mi dice che mi devo sdraiare un pochino. 

A tutti un buon pomeriggio!

Emanuela

P.S. Per maggiori informazioni 
La storia dei cosmetici

* vedi la pagina ricette

martedì 19 novembre 2013

Profumo ... di Eritrea!

Ciao a tutti, 

come vanno i vostri lavori domestici "di fino"? I miei un pochino a rilento. Ieri ho spostato un mobile piuttosto pesante (quindi non lo faccio molto spesso) per pulirlo bene anche dietro e, sorpresa!! Ho trovato una bella muffa sull'angolo in basso del mio soggiorno. 
La responsabile dev'essere stata la perdita d'acqua dal contatore (dell'acqua) del mio vicino, che si trova in corrispondenza della zona incriminata, ma all'esterno. L'acqua si deve essere infiltrata e come risultato è arrivata lei, l'odiata muffa!

Non so se lo sapete, ma per trattare la muffa non è necessario acquistare prodotti costosi antimuffa, ma basta la classica ed economica candeggina. Se leggeste l'etichetta dei prodotti antimuffa, notereste che sono composti per la maggior parte da acqua ed ipoclorito di sodio (candeggina), più alcune sostanze stabilizzanti e inibenti della muffa. Purtroppo, e parlo per esperienza essendo la mia una vecchia casa di corte, non sono efficaci come dicono, ovvero, rimuovono la muffa, ma non ne prevengono veramente la ricomparsa. Risultato: un sacco di soldi spesi per un miraggio. 

La candeggina non è un sistema ecologico per combattere la muffa, ma purtroppo è l'unico veramente efficace e quantomeno economico. Vi basterà mettere un pochino di candeggina pura in uno spruzzino e nebulizzare su tutta la zona da trattare, lasciando agire un quarto d'ora. 

Ricordate di areare bene mentre fate questo lavoro, perché la candeggina a contatto con la muffa sprigiona dei vapori piuttosto tossici! 

Trascorso il tempo necessario, risciacquare con un panno umido e asciugare bene con una stufetta o con il phon. Così facendo la muffa resterà lontana da casa vostra almeno per qualche tempo. 

Parlando di muffa il discorso sulla salubrità dell'aria di casa viene di conseguenza: ricordate sempre che una buona areazione dei locali è l'unica arma che avete per tenere a bada la muffa dalle vostre pareti e dai vostri polmoni. 

Una parentesi sui profumatori d'ambiente: partendo dal presupposto che una casa pulita non necessita di profumatori d'ambiente, se proprio volete dare un tocco profumato alla vostra casa vi consiglio vivamente la Carta Aromatica d'Eritrea. Questo prodotto contiene oli essenziali 100% naturali, quindi non libera nell'ambiente sostanze chimiche nocive come avviene con i profumatori elettrici. Per questo motivo è adatta all'utilizzo in presenza di bambini. 


Un listello viene fatto bruciare e il profumo persiste per alcune ore. Una confezione da 24 listelli costa circa 4 euro e per funzionare non necessita ne di elettricità ne di gas propellenti, risultando quindi estremamente ecologico ed economico. Gli oli essenziali e le resine (35 in tutto) contenuti nella carta d'Eritrea hanno proprietà disinfettanti, antisettiche, sedative e rivitalizzanti

Ieri, dopo essermi accorta della muffa dilagante ne ho accesa subito una. Il suo profumo esotico ha qualcosa di magico ed è eccezionale per eliminare gli odori di fumo e cucina. 

Torno alle mie pulizie! Ma prima, un buon caffè!

Buona giornata!

Emanuela




lunedì 18 novembre 2013

- 3 settimane agli addobbi natalizi!!

Ciao a tutti,


mancano solo 3 settimane all'Immacolata, giorno in cui la mia casetta si illuminerà di mille colori del Natale!

I profumi dell'aria autunnale, fatti di caldarroste e foglie cadenti, lasceranno il posto all'inebriante pizzicore di zenzero e mandarini e tutto si colorerà di festa!
Per me il Natale ha sempre rappresentato un momento magico dell'anno, una parentesi temporale in cui riempire il cuore di buoni propositi, in cui incontrare finalmente quel parente che altrimenti non vedresti per anni, in cui sognare con i più piccoli di un omino magico che realizza desideri, in cui ricordare che tanto tempo fa un uomo coraggioso ha cambiato le sorti del mondo; una parentesi in cui rallentare i ritmi, coccolarsi con thé e biscotti guardando un film che crea incanto e intorno a te, la tua famiglia ...


E a me piace molto coltivare anche l'attesa, che fa crescere e moltiplica il piacere del momento che verrà!



Quindi ritorno con i piedi per terra e ... via con i preparativi per accogliere il Natale al meglio!



Per prima cosa, ci sono da rinfrescare piatti e bicchieri per ricevere chi vorrà farmi dono di una visita; poi i vetri, belli puliti per poter essere poi decorati con attacca e stacca natalizi; infine una bella lucidata a tutto ciò che è opaco e non rifletterebbe al meglio le luci di Natale!!



A tal proposito, vi volevo lasciare una ricettina per farvi in casa da soli il multiuso super ecologico!




Nel percorso verso uno stile di vita ad impatto minimo, la strada più facile da percorrere è quella di sostituire i prodotti inquinanti con quelli ecologici e 100% biodegradabili iniziando da quelli meno essenziali. In questo modo si comincia a prendere confidenza con la detergenza ecologica.

Va sicuramente sfatato infatti che i rimedi della nonna possano sostituire completamente ed in maniera "indolore" i prodotti chimici appositamente formulati per essere profumati, senza risciacquo, comodi da dosare ed usare e, perché no, belli da vedere!

Ci vuole indubbiamente un pochino di pratica ed una certa voglia di sperimentare. Dovete considerare il cambiamento come una sfida da superare!! Presa la mano, pulire con sistemi ecologici vi piacerà, vedrete! E quale momento migliore può esserci se non salutare il vecchio anno ed i vecchi prodotti ed accogliere il nuovo anno con questa nuova filosofia?

Potete iniziare fabbricando il vostro spruzzino multiuso. Potete riciclare lo spruzzino del vostro vecchio multiuso terminato, in nome del riciclo, oppure incentivarvi comprando uno spruzzino colorato che vi piaccia, almeno in fase iniziale il fine giustifica i mezzi.

Ponete nello spruzzino:
500 ml di acqua
500 ml di aceto
10 gocce di olio essenziale di eucalipto, limone o tea-tree

Questo multiuso è ottimo per bagno e cucina perché sgrassa, lucida, disinfetta, deodora e rimuove il calcare.
Non ci credete? Provateci! In fondo, cosa vi costa? Poco, veramente poco! Un altro buon motivo per cambiare multiuso!

Volete un prodotto più "energico"?

500 ml di acqua
300 ml di aceto 
200 ml di alcool denaturato
10 gocce di olio essenziale di eucalipto, limone o tea-tree

Un multiuso più delicato?

900 ml di acqua
100 ml di aceto
10 gocce di olio essenziale di eucalipto, limone o tea-tree

Quest'ultimo può essere utilizzato anche su mobili in truciolato rivestito. 

Ricordatevi di non utilizzare il multiuso in aceto (nemmeno quello delicato) su marmo, granito, legno e tutti quei materiali che temono i prodotti acidi. 



Non temete l'odore d'aceto: l'olio essenziale lo neutralizza in parte e comunque una volta asciugato l'odore scomparirà. Approvato dal mio compagno! Provare per credere!!



Buona giornata!



Emanuela


domenica 3 novembre 2013

Decrescere ...

Ciao a tutti, 

da circa un annetto, ovvero, da quando sono rimasta a casa, mi sto interrogando sulle cause che hanno portato la nostra società fino a qui. Nella mia testa rimbomba sempre più di frequente il vecchio adagio "si stava meglio quando si stava peggio" e devo dire che inizio a pensare che sia proprio vero. 

Nel momento in cui mi sono resa conto che sarei rimasta a casa senza lavoro, mi sono sentita persa perché temevo che le giornate, una volta occupate freneticamente da lavoro, casa e famiglia, sarebbero diventate incredibilmente vuote. L'aspetto economico non mi preoccupava, sapevo che ce l'avremmo fatta anche con un solo stipendio. Cosa mi rendeva così sicura?? Non di certo l'ammontare della busta paga del mio compagno, ma la consapevolezza che sarebbe stato possibile vivere felici con meno, in barba al modello consumista che ci viene servito in tutte le salse, modello per il quale sei qualcuno solo se hai. "Se hai cosa?" direte voi. Tutto, non importa cosa, tutto quello che il sistema capitalista ti propina come indispensabile ed irrinunciabile. La cosa preoccupante è che al crescere dei beni materiali posseduti, non corrisponde una crescita del benessere psicofisico delle persone.

Allora ho fatto un piccolo esercizio, mi sono seduta sul divano e ho iniziato ad osservare quello che avevo intorno: televisore, DVD recorder, stereo, PC, ma anche PC portatile e tablet. Salto l'elenco dei mobili e passo a: robot da cucina, ma anche frullatore ad immersione e minifrullatore tuttofare, formo tradizionale, ma anche microonde e ho quasi vergogna nel fare l'elenco delle cianfrusaglie che ho dentro i mobili della cucina. La mia riflessione si ferma alla cucina e rabbrividisco al pensiero che ho ancora bagno, camera, ripostiglio e soprattutto, cantina!

Ho fatto quindi mente locale su tutte le cose da me possedute e a quanto di ciò sia veramente utilizzato. Ho scosso la testa e mi sono rammaricata con me stessa. Si, perché dovete sapere che per natura io non sono maniaca dello shopping e che provenendo da una famiglia che non aveva molta disponibilità economica, sono abituata a ponderare bene gli acquisti e non incline agli "acquisti compulsivi". Tuttavia non sono immune dai condizionamenti indotti e tutta la cianfrusaglia in mio possesso ne è la prova. 

Allora mi sono detta: quanti soldi avrei ora in più se solo fossi stata meno condizionabile, meno passiva davanti ai lavaggi del cervello mediatici? Tanti. Da qui la consapevolezza che vivere con uno stipendio è possibile grazie ad un consumo critico. Ho iniziato ad informarmi su quali sono i sistemi per ridurre i consumi senza che ne risentano i "servizi". 

La prima cosa che ho fatto, è stata rendere la mia casa "a risparmio energetico" per quanto riguarda la corrente elettrica. Ho quindi investito gradualmente in lampadine led, cambiando tutte le vecchie lampadine a risparmio energetico via via che si fulminavano, con queste lampadine di nuova generazione. Il vantaggio è che si accendono subito come quelle ad incandescenza, ma consumano un decimo. Ho inoltre dotato tutti gli apparecchi elettronici di ciabatta con interruttore, in modo da interrompere il flusso di corrente quando non sono utilizzati. Si, perché come ben sapete gli apparecchi elettronici (PC, TV stereo, ecc.) rimangono costantemente in tensione ed alcuni hanno anche lucine che sebbene a led, fanno si che la corrente continui a passare costantemente. Solo apparentemente il consumo è irrisorio: se moltiplicate il consumo di un'ora, per 24 ore, per 365 giorni, sono bei soldini che se ne vanno. Solo a titolo esemplificativo vi riporto un link: 


Successivamente è stato il turno degli elettrodomestici: lavatrice e lavastoviglie rigorosamente a pieno carico e cicli a bassa temperatura. 

In ultimo occhio alle luci: accese solo se servono davvero. Una luce guida? Avete mai pensato alle candele?? Ho in mente un post riguardante l'autoproduzione, prossimamente su questo blog!

Non ci crederete ma con queste accortezze i miei consumi elettrici sono passati in media da 500 a 200 KW a bimestre!! Ho guadagnato io, ma ha guadagnato anche l'ambiente!

OK, fin qui è stato facile, il difficile arrivava ora, e riguardava la perdita dell'abitudine a comprare inutilmente. Il primo passo da compiere è mentale, bisogna rivedere gli schemi usati fin'ora e prendere consapevolezza di ciò che realmente serve per vivere bene: non mi servono 25 magliette, tanto poi indosso sempre e solo le solite 5, non mi serve per forza il frigo pieno, tanto poi finisce tutto in spazzatura. Cassetto e frigo vuoto inizialmente ci faranno sentire persi, disorientati e magari ci daranno anche senso di malessere, ma ricordate, non è reale, non state togliendo nulla di essenziale alla vostra vita e questa sensazione passerà presto lasciandovi un senso di leggerezza. Ogni volta che sentite la siatuazione sfuggirvi di mano fatevi sempre la stessa domanda: è veramente necessario?? Vi assicuro che gli acquisti futuri avranno un sapore completamente diverso e il senso appagante di uno shopping consapevole dura molto più a lungo!

Infine, non pensiate di essere soli in questa battaglia contro il consumismo! Finalmete iniziano a nascere siti dedicati al baratto o al semplice regalo di oggetti in buono stato che però a noi non servono più. Il primo sito che ho utilizzato è stato Reoose; successivamente mi sono iscritta ad un gruppo su facebook. Ho così regalato o barattato alcune cose che non utilizzavo e ho avuto la possibilità di avere una scrivania ed alcuni vestiti per mio figlio senza spendere nulla. Tutto in ottimo stato. Alla base vi è un cambio radicale di mentalità che fa perno sul concetto di riutilizzo di tutto ciò che non è ancora pronto per la discarica, con un vantaggio per le persone e per l'ambiente.

Il discorso potrebbe proseguire e probabilmente ci ritornerò, ma non è mia intenzione annoiarvi. Chiudo la riflessione soffermandomi solo un attimo sull'insoddisfazione genereale che questo sistrema ha portato nella nostra società e su come erroneamente la si colleghi allo stato economico. Sempre più spesso mi capita di incontrare persone che sono insoddisfatte non tanto del trattamento economico a loro riservato, ma dalle condizioni di vita, caratterizzata da troppo tempo dedicato ad un lavoro che non da soddisfazioni e troppo poco da dedicare a ciò che piace davvero o alle altre persone ed il tentativo di riempire il vuoto dell'anima con gli oggeti non sazia!

Se avete ancora qualche minuto di tempo vi consiglio la visione di un video che spiega molto bene perché il modello economico attuale non è adeguato ne dal punto di vista economico ne da quello etico.


Buona visione e buona riflessione!!

Emanuela

mercoledì 23 ottobre 2013

Periodaccio, ma torno presto!

Accidenti da quanto tempo che non scrivo!!

E' stato un periodo un pò fitto di impegni personali, ma non mi sono dimenticata che avevo promesso di aggiornarvi riguardo l'efficacia dello zenzero come antiinfiammatorio.

Dunque, ho bevuto la mia bella tisana, ottenuta così come descritto nel post precedente, dal 11 di ottobre fino ad oggi (13 giorni). Da quando ho iniziato devo ammettere che il dolere cervicale è sparito. Sarà stato veramente lo zenzero?? Prometto che un giorno di questi smetterò di bere la miracolosa pozione, ma per ora non sono ancora pronta a rischiare di perdere il ritrovato buono stato di salute.

Nel frattempo sono diventata anche assidua nel fare gli esercizi per la cervicale, mattina, sera ed ogni qualvolta ne sento il bisogno. Mi sono accorta che grazie alla costanza, il mio tratto cervicale è più mobile, meno contratto.

Vi posto un link nel quale gli esercizi sono spiegati molto bene. Occhio a rispettare gli accorgimenti.

https://www.youtube.com/watch?v=fj0U1rE5yUg

Manca però un esercizio che rinforza la muscolatura profonda. Si esegue sempre da seduti. Portate avanti il mento e poi indietro, come a mimare la camminata della gallina (o Totò).

A presto!


venerdì 11 ottobre 2013

Zenzero mon amour...

Ciao a tutti, 
purtroppo a causa della mia cervicale e di alcuni esami medici effettuati nei giorni scorsi, ho sospeso temporaneamente le mie attività disoccupamente.

Tuttavia ho qualcosa di interessante da raccontarvi. Parlando dei miei problemi di dolori cervicali, un amico mi ha consigliato di provare lo zenzero. A quanto pare, ricerche scientifiche dimostrano che lo zenzero sia fresco sia secco, ha proprietà simili a quelle dell'aspirina o dell'ibuprofene, ovvero, agisce come antinfiammatorio e antidolorifico (e antiaggregante), ma senza gli effetti collaterali dei due farmaci citati. 

Prendo al balzo il consiglio e corro a comprare una radice di zenzero fresca. Al costo di 37 centesimi mi sono portata a casa un bel rizoma da un etto di ginger. Ieri sera è cominciato l'esperimento. Ho preparato una tisana tagliando 5 fettine di zenzero (circa 1 cm) privato della buccia. Ho scaldato circa 300 ml di acqua in un pentolino e, raggiunto il bollore, ho aggiunto lo zenzero sbucciato a fette (2 fettine) e lasciato bollire per circa 5 minuti. Ho versato la bevanda profumata in una tazza e addolcito con un cucchiaino scarso di miele d'arancio. 
Aromatica e piccantina. Buonissima!!

Oggi dopo pranzo ne ho preparata un'altra. Non so se funzionerà contro il dolore, certo è che ha indubbie proprietà digestive ed è una bevanda piacevole soprattutto nelle giornate fresche. Non vi elenco le numerose proprietà di questo rizoma (fusto modificato di una pianta, con funzione di riserva) perché è possibile trovare tantissime notizie già pubblicate. Per comodità vi riporto un paio di link letti da me, ma considerate che ve ne sono molti altri:




Quello che voglio fare io è verificare se funziona. Quindi vi farò sapere se l'uso di questo espediente riuscirà a tenermi lontana dai FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).

A presto!

Emanuela


venerdì 4 ottobre 2013

Oggi non è giornata ...

Ciao a tutti,

oggi proprio non è giornata. E' da un anno circa che lotto con una fastidiosa cervicalgia che periodicamente si fa sentire con violenza. Oggi è uno di quei giorni. Ho provato di tutto: antinfiammatori, ginnastica, terapia del caldo ... nulla serve. L'effetto è solo temporaneo. Purtroppo la posizione a PC aumenta il dolore, quindi oggi non riesco a fare ciò che avevo programmato.Qualche giorno di riposo e torno tra voi. Intanto sono riuscita ad aggiungere la ricetta salvapranzo-recupera-avanzi che spero vi piaccia.

Ci risentiamo presto!

giovedì 3 ottobre 2013

Dessert allo yogurt

Ciao a tutti, 

ieri sera ho testato il mio yogurt con mia sorella e mio cognato, servendolo come dessert al cucchiaio. Risultato: è piaciuto!! Dà molta soddisfazione quando quello che facciamo ottiene un riscontro positivo. Ecco cosa ho fatto.

Dessert allo yogurt

Ingredienti

Coppette ai frutti di bosco
Frutti di bosco misti (oppure fragoline, lamponi o qualsiasi frutto goloso ispiri la vostra fantasia) anche surgelati
Zucchero (anche grezzo)
Miele per guarnire
Yogurt fatto in casa

Coppette alle noci e miele
Granella di noci (oppure mandorle, nocciole o pistacchio)
Miele di acacia
Cacao amaro per guarnire
Yogurt fatto in casa
  

Procedimento

Coppette ai frutti di bosco
Con un dito, prendere una piccola quantità di miele e cospargerlo nella parte interna del bordo del bicchiere, formando una striscia tutto intorno al bordo. Inserire il bicchiere cosparso di miele nello zucchero in modo che parte di quest'ultimo rimanga attaccato al miele dando un effetto nastro intorno al bordo del bicchiere. Per questo passaggio usare solo zucchero bianco. Porre sul fondo del bicchiere i frutti di bosco per 1/3 del volume e cospargervi sopra un pochino di zucchero. Porro lo yougurt sopra la frutta, riempiendo i 2/3 del bicchiere. Guarnire con frutta e zucchero a granelli. 

Coppette alle noci e miele
Tritare una noce in modo da ottenere una granella. Con un colino, cospargere del cacao sul fondo e sui bordi del bicchiere. Riempire i 2/3 del bicchiere con lo yogurt. Cospargere delicatamente la superficie dello yogurt con la granella di noce. Con un cucchiaino, colare del miele sulle noci. 

Ecco il risultato:







Non sono molto brava come fotografa, spero che le immagini rendano l'idea. 
Io ho utilizzato dei bicchierini perché volevo l'effetto assaggini. Chiaramente si può utilizzare dei bicchieri più grandi se, ad esempio, li si vuole proporre al posto del the delle cinque. 

Analisi dei costi:

mix bosco surgelato da 300g --> € 3,39  

Le noci le avevo già in casa, quindi non so dire di preciso quanto costano, ma penso (anche se non sono sicura) che a parità di costo rendano qualche bicchierino in più.
Diciamo però che con 300g di frutti di bosco o di noci fate un buon numero di bicchierini. Sicuramente è possibile ridurre ulteriormente la spesa utilizzando frutta fresca di stagione.
Zucchero, miele e cacao li avevo già in casa, ma il quantitativo necessario è irrisorio. 

Insomma un dessert d'effetto con una spesa non proibitiva.

Per oggi è tutto, chissà cosa mi inventerò per domani. Lo soprirete solo leggendo!

Buon pomeriggio e buoni assaggini!

mercoledì 2 ottobre 2013

Aggiornamento yogurt fatto in casa.



Ciao a tutti, 
ieri sera alle 21 (dopo 8 ore) ho controllato il mio esperimento. Lo yogurt nei due thermos si era formato, anche se risultava piuttosto liquido; quello nel vasetto di vetro si stava addensando molto lentamente. 

Ho deciso di togliere lo yogurt dal mio vecchio thermos, anche perché non tiene bene la temperatura ed ormai era freddo. L’ho messo in un vasetto di vetro e riposto in frigo. Quello nel thermos porta vivande è stato mescolato, intiepidito a bagnomaria e rimesso nel thermos riscaldato con acqua calda. Quello nel vasetto di vetro l’ho lasciato li dov’era. 

Questa mattina ho tolto lo yogurt dall’ultimo thermos e riposto in frigo, visto che questa mattina avevo un appuntamento per una visita medica e non potevo occuparmene subito. 

Finalmente ora posso trarre le somme del mio esperimento. 

Lo yogurt prodotto con i due thermos, dopo essere stato messo in frigo per qualche ora, appare uguale per consistenza, quindi possiamo dire che 8 ore di fermentazione sono sufficienti. Dopo essere stato raffreddato lo yogurt si è addensato ancora un po’: la consistenza è cremosa e vellutata anche se un pochino più liquida di quanto mi aspettavo. Questo potrebbe dipendere dal calore non costante della fermentazione o dall’innesto troppo scarso. Il sapore è poco acido e dolciastro. Ho acquistato dei frutti di bosco surgelati e questa sera mia sorella e mio cognato mi faranno da cavie … vi farò sapere che cosa ne pensano. Ne terrò un pochino da parte come innesto per il prossimo giro. 

Quello lasciato nel vasetto si è addensato, ma dall’odore direi che non è merito dei fermenti lattici aggiunti. Probabilmente qualche ceppo presente naturalmente nel latte pastorizzato (che non è sterile) che cresce meglio a temperatura ambiente (circa 23 gradi) rispetto che a 37° C ha avuto la meglio. Lo butto via. Fortunatamente si tratta solo di un centinaio di millilitri. 

Oggi non riesco a mettere in piedi altri esperimenti passatempo, perché stasera come vi ho già accennato ho ospiti. Menù? Pasta speck e zafferano e salsiccia con patate al forno! E per finire già sapete quale sarà il dolce :-)!

Buona serata a tutti!!