giovedì 21 novembre 2013

E' il mondo che ti dice tu pensa alla salute!

Ciao a tutti,

oggi pausa dalle attività perché, non volendo farmi mancare nulla dalla vita, ieri ho fatto un prelievo di midollo osseo. Già già, facendo un routinario controllo dei valori ematici circa 8 mesi fa, il medico ha riscontrato che la conta piastrinica era elevata (il doppio per la precisione) rispetto al valore soglia. Da quel giorno è iniziato l'iter verso la diagnosi che è culminato ieri in un prelievo di midollo, che sembra essere l'unico modo per avere una diagnosi certa.

Il prelievo è un pochino doloroso e questo già lo sapevo, ma si sono guardati bene dal dirmi che avrebbe fatto più male dopo che durante! Ieri sera non riuscivo nemmeno a stare seduta. Oggi va meglio, ma preferisco non esagerare, al massimo preparerò una torta di noci, visto che mio suocero mi ha donato un bel sacchettone di noci colte fresche fresche nella campagna friulana*.

Essendo io già affetta da Morbo (o malattia) di Crohn, devo dire di aver reagito molto male alla notizia che un'altra patologia invalidante si aggiungeva alla prima. Chiaramente sto incrociando le dita, sperando che l'analisi sul midollo confermi la diagnosi, per ora provvisoria, di Trombocitemia essenziale, perché le alternative non sono molto divertenti. In caso di conferma potrò tirare un sospiro di sollievo, perché nella sfortuna mi sarà andata ancora bene, essendo la trombocitemia una patologia che si tiene a bada abbastanza semplicemente. 

Tutta questa faccenda mi ha però fatto riflettere, e molto, sulla non casualità degli eventi. Conoscete l'effetto placebo? L'effetto placebo è la più grande dimostrazione della forza che la nostra mente ha sul corpo, nonché della grande capacità del nostro corpo di guarire autonomamente. Così, come l'immaginare fervidamente che qualcosa che stiamo assumendo ci fa bene ci fa realmente stare meglio, allo stesso modo l'effetto tossico dei pensieri negativi avvelena il nostro corpo, facendoci ammalare

Il Morbo di Crohn mi fu diagnosticato ben 16 anni fa, al temine di un periodo della mia vita che definirei difficile, in cui tutto intorno a me stava cambiando, in cui avevo perso i punti di riferimento a cui ero attaccata e che erroneamente reputavo essere fondamentali per fare di me... ME. C'è voluto un pò di tempo per recuperare la mia identità e rimettere in piedi la mia vita, una sofferenza psicologica talmente intensa da lasciare il segno sul mio corpo. Ai tempi mi rivolsi anche ad un bravo medico che praticava l'agopuntura. Un pò medico ed un pò santone, mi disse che dovevo cambiare il modo di vedere gli eventi. Sosteneva che il mio corpo rispecchiava il modo in cui reagivo alle avversità: psicologicamente le accettavo a forza, ma me ne sarei voluta sbarazzare velocemente e il mio corpo, buttava giù il cibo, ma se ne sbarazzava in fretta. C'è voluto però l'intervento chirurgico per convincermi che lui aveva ragione e che non era con i farmaci che avrei risolto la situazione.

Ho cominciato ad ascoltare il mio corpo, a fare attenzione a come reagisce ai diversi fattori ambientali, ai diversi alimenti. I bambini sono più bravi di noi nel fare questo: se non influenzati dall'esterno (da noi) dormono quando hanno sonno, mangiano quando hanno fame, rifiutano i cibi che non riescono a digerire e sono in grado autonomamente di stabilire un'alimentazione equilibrata. Da adulti, i tempi frenetici, i condizionamenti indotti dalla società ci fanno perdere la capacità di ascoltarci. Quante volte mangiate degli alimenti che non tollerate e nonostante ciò continuate a farlo?? Non c'è bisogno del nutrizionista o del test delle intolleranze, lo sapete già da soli che non vanno bene, solo non lo volete ammettere. Io facevo lo stesso e, siccome non sono santa, lo faccio ancora, solo che ora sono consapevole di quello che faccio quando cedo alla tentazione. Parallelamente ho cominciato anche ad ascoltare tutti gli altri segnali: mi sono impegnata a rallentare quando ero esausta e a ridere quando ero giù di morale. Risultato: 10 anni di remissione non farmacologica!! Sono quasi un caso clinico!

Ero proprio convinta di saper tenere a bada la mia patologia e quando la vita mi ha messo nuovamente alla prova, mi sono concentrata sul benessere del mio intestino ... mai avrei immaginato che un altro organo sarebbe stato colpito dalla mia incapacità di gestire il momento. Inutile dirvi che quando ho scoperto il fattaccio mi è subito tornato in mente il medico-santone: cosa avrebbe detto a questo giro? Qual è l'emorragia mentale che il mio corpo sta tentando di tamponare con tutte queste piastrine?? Non chiedetemi una risposta, ci sto ancora lavorando.

Il mondo in cui viviamo non aiuta per niente, ci sommerge di immagini di un benessere fittizio fatto di cose e non di persone, di mode effimere e non di sentimenti duraturi, di malattie da curare e non di un corpo di cui avere cura, di eccessi da tamponare e non di equilibri da mantenere. Per non parlare dei veleni che quotidianamente ci spalmiamo addosso, mangiamo e respiriamo e delle onde elettromagnetiche a cui siamo sottoposti. E' veramente questo a farci felici? 

Io mi rimetto all'ascolto di me stessa e cercherò di evitare il più possibile i veleni industriali sotto qualsiasi forma mi vengano propinati. Certo, non sono pazza e gli antiaggreganti per ora saranno la mia quotidianità, ma sono proprio intenzionata a ridurre la chimica dei prodotti cosmetici. Chi mi assicura che non siano una concausa dei miei malanni?

Per il momento la mia anca martoriata mi dice che mi devo sdraiare un pochino. 

A tutti un buon pomeriggio!

Emanuela

P.S. Per maggiori informazioni 
La storia dei cosmetici

* vedi la pagina ricette

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