giovedì 30 gennaio 2014

Oggi faccio ... la ceretta araba!

Ciao a tutti, 

oggi sono particolarmente allegra perché, in tempi da record, è arrivato l'idrossido di potassio, base che serve per produrre il sapone liquido. 

Inutile dirvi che non vedo l'ora di fare una prova. Nello stesso ordine ho richiesto anche la cera vergine e l'acido citrico di cui stavo finendo la scorta. 

Con la cera voglio provare a produrre una crema viso ed altri cosmetici. 

Nel frattempo ho preparato la ceretta araba, una ceretta a freddo idrosolubile che ha il vantaggio di essere biodegradabile al 100% ed estremamente poco costosa: zucchero e limoni costano in media 1,30 euro al chilo.

Il vantaggio di questa cera oltre al costo e alla biodegradabilità, è quello di poter essere rimossa con l'acqua, quindi se sbagliate a stenderla, la potete lavare via facilmente. Stessa cosa vale per i residui dopo ceretta. 

Lo svaltaggio invece riguarda la pelle umida (sudata): in questo caso la ceretta non si attacca bene. Per ovviare al problema cospargete del talco sulla pelle prima della cera.

Ingredienti: 

  • 240 g di zucchero 
  • 60 g di succo di limone filtrato (circa 2 limoni)

Procedimento: 

Pesare gli ingredienti. Porre lo zucchero in una padella antiaderente. Io ho utilizzato una padella in ceramica per rendere evidente il viraggio del colore. Porre il succo di limone nella padella e mescolare. 



Accendere il fornello a fuoco vivace e mescolare fino all'inizio della bollitura. Lo zucchero si scioglierà lentamente. Abbassare la fiamma e lasciare cuocere (circa 10 minuti) mescolando di tanto in tanto fino a quando non prende un colore ambrato.


Nel caso in cui non abbiate una padella in ceramica, fate la prova della tazzina per sapere quando è il momento di spegnere. Dovrete sentire un profumo dolciastro, ma mai di caramello. Quest'ultimo caso vorrebbe dire che avete cotto troppo la ceretta. 


Nella foto precedente il colore corretto è quello della goccia ambrata in alto sulla sinistra. La goccia in basso è invece il colore ad inizio bollitura (la terza è a quasi cottura).
Una volta pronta, riporre la ceretta in un contenitore di vetro e lasciare raffreddare. Conservare in frigorifero. C'è chi aggiunge dell'olio essenziale, ma secondo me è già profumata di suo.



Per utilizzarla basterà scaldarla a bagnomaria o nel microonde per 30 secondi. Per mantenerla liquida durante tutto il tempo necessario, tenerla a bagnomaria in acqua calda.

La ceretta va applicata sulla pelle pulita con una spatolina (abbassalingua, coltello non dentato, spalmino per il burro) in uno strato sottile nel senso di crescita del pelo. Prima di procedere con l'applicazione, controllare la temperatura perchè se troppo calda può provocare ustioni.

Coprire la zona con una striscia in TNT per depilazione o con delle striscie di cotone. Premere bene con una mano e strappare con decisione in contropelo. La striscia si riutilizza più volte.

Dopo la ceretta lavarsi con un sapone delicato ed applicare un olio alla calendula. 

Fatto! Semplice, no? 

Io per essere ecologica al 100% ho preparato delle strisce con del tessuto che avevo in casa. Ho utilizzato una striscia in TNT per prendere le misure (19 x 7) ed eseguito un bordino a macchina per evitare che si sfilaccino. Non ho volutamente fatto il bordino piegato perchè mi dà l'impressione di essere più difficile da lavare. Ho fatto anche delle strisce più piccole (circa la metà), di precisione, per le zone "difficili".


Dopo l'utilizzo, le strisce vanno messe a bagno in acqua calda e poi lavate con acqua a sapone. 

Questa è la stessa ricetta che potete trovare in rete associata alla ceretta araba da utilizzare senza strisce. Io ho provato a fare la palla e ad utilizzarla, ma l'ho trovato più doloroso e piuttosto complicato: la cera si appiccicava alle mani. La tecnica con le strisce è molto più pratica. 

Già che ci sono, ho rimosso dagli stampi il sapone. 


 Non so se si nota, ma solidificandosi è diventato più bianco.


Ed eccolo qui! E' piuttosto morbido e fragile, ora dovrà maturare per 40 giorni. Le chiazze oleose che vedete sulle forme (ex-sotto) sono dovute alla glicerina che si forma nel processo di saponificazione.

Per oggi è tutto, ma ho un pò di idee che mi frullano per la testa. 

Buon pomeriggio!

Emanuela

mercoledì 29 gennaio 2014

Oggi faccio ... il sapone con olio di riciclo!

Ciao a tutti,

Ieri sera per distrarmi dal pensiero dell'aspirapolvere nuova, ho deciso di fare un pò di sapone. 

Questo è il mio secondo esperimento. Il primo è andato più o meno a buon fine, nel senso che il sapone ottenuto è risultato piuttosto morbido e tende a sciogliersi con troppa facilità se lasciato a contatto con l'acqua. 

Voglio fare del sapone recuperando l'olio di frittura, che come ben sapete, non va mai buttato nel lavello, ma recuperato in contenitori e portato alla piattaforma ecologica del vostro comune. Il sapone che otterrò sarà quindi di scarsa qualità dal punto di vista dei grassi e contenente sostanze inquinanti derivate dal cibo e dalla degradazione degli oli. Sarà adatto per il bucato, ma non per uso cosmetico. E' comunque un ottimo metodo per riciclare l'olio ed ottenere del sapone a basso costo. 

L'olio è infatti a costo zero, in quanto prodotto di scarto della vostra cucina. La soda caustica costa veramente molto poco: dai 2 ai 4 euro al chilo in base alla marca. Con un chilo di soda farete quasi 8 chili di sapone!!

Userò il metodo a freddo, che non prevede la cottura del sapone (risparmio energetico), ma una lunga stagionatura.

Necessario:
  • 1000 g di olio
  • 300 g di acqua
  • 134 g di soda caustica (NaOH)
  • 15-20 gocce di olio essenziale a piacere

Il quantitativo di soda l'ho calcolato considerando che per friggere io prediligo l'olio di girasole o quello di oliva, cha hanno stesso coefficiente di saponificazione. Il coefficiente di saponificazione rappresenta la quantità di soda caustica necessaria per saponificare completamente 1 g di olio.

Ecco alcuni esempi:


Il calcolo è semplice: si moltiplica il peso dell'olio in grammi per il suo coefficiente.
Per fare un sapone da bucato il quantitativo di soda così ottenuto è già quello giusto per saponificare. Se invece volete produrre un sapone ad uso cosmetico, la soda va "scontata", ovvero è bene ridurre il quantitativo di soda in modo da ottenere un sapone morbido, in cui i grassi non sono stati completamente saponificati e svolgono un effetto emolliente. Lo sconto della soda va da 1% a 5%.

La soda va disciolta in un liquido. Generalmente questo liquido è acqua, ma è anche possibile utilizzare infusi d'erbe (camomilla, the, malva, ecc.). Il liquido rappresenta il 30% del sapone, quindi per calcolare il quantitativo è sufficiente moltiplicare il peso dell'olio in grammi per 0,3. 

Ora vediamo il procedimento. 

Innanzi tutto si filtra l'olio che vogliamo riciclare in modo da eliminare il particolato disperso. Successivamente si pesa olio, acqua e soda. 


La mia bilancia digitale mi ha abbandonata (pile scariche uff!) e quindi ho dovuto pesare la soda con una bilancia classica. Spero che l'imprecisione della pesata non comprometta l'esito della mia saponificazione. 

ATTENZIONE!!! 
Adesso arriva il momento più pericoloso! Indossate i guanti (non fate come me) e disciogliete la soda caustica nell'acqua. Durante questa fase si sprigioneranno vapori tossici, evitate quindi di stare con la faccia sulla pentola e se potete, fate questa operazione vicino ad una finestra aperta. Io ho fatto tutto nel lavello della cucina che si trova non molto lontano dalla finestra. L'acqua si scalderà notevolmente (la reazione è esoergonica) e sarà estremamente alcalina (corrosiva). 
Misurate la temperatura con un termometro e quando si avvicinerà ai 45°C scaldate velocenente l'olio alla stessa temperatura. A questo punto unite l'olio alla soda. 

Dissoluzione della soda caustica - Misurazione della temperatura - Unione della soda con l'olio.

Con un frullatore ad immersione emulsionate olio e soda disciolta. Dovete continuare a frullare per una decina di minuti. Se non avete un frullatore ad immersione, vi toccherà mescolare energicamente (con una frusta da cucina) per 30-40 minuti. Inizialmente l'emulsione sarà liquida, ma procedendo diventerà sempre più viscosa ed inizierete a sentire che la miscela fa resistenza. Il sapone sarà pronto quando, sollevando il frullatore, vedrete che il sapone ricadendo si "deposita" lasciando un segno su quello nella pentola. Questo "segno" si chiama nastro.

Inizio - 5 minuti dopo - Formazione del nastro.
Versate nel sapone 15-20 gocce del vostro olio essenziale preferito. Io ve lo raccomando per coprire un pochino l'odore di olio fritto che si attenuerà con la maturazione, ma non scomparirà mai completamente. Però tranquilli non rimane su ciò che lavate! Mescoalte bene e ponete il sapone in uno o due contenitori in plastica. 


I contenitori vanno ora riposti in un posticino tranquillo, coperti con una coperta per mantenere il calore. Dopo 48 ore (domani sera per me) si potranno rimuovere dagli stampi. Il sapone dovrà a questo punto maturare 40 giorni a temperatura ambiente. 

Vi aspetto domani sera per sapere se il mio sapone è solido nonostante la soda non correttamente pesata. 

Nel frattempo date anche un'occhiatina alle mie ricette. Ieri sera ho preparato dei filettini di platessa impanati cotti al forno, gnam!!

Buona giornata!

Emanuela

martedì 28 gennaio 2014

Non so che aspirapolvere pigliare 2!!

Aggiornamento del post precedente:

sgoogola che ti sgoogola guarda cosa trovo?



E' un confronto tra un'aspirapolvere a traino Dyson e una Bosch!


E questo è Dyson vs Miele!

Che ne dite?

Emanuela

Non so che aspirapolvere pigliare!!

Ciao a tutti,

oggi sono alle prese con la scelta della nuova aspirapolvere. Qualche tempo fa la mia Hoover (Sensory 2200) a traino mi ha lasciata dopo anni di impeccabile servizio.

Non avendo molte risorse economiche a disposizione, ho optato per l'aquisto di una Necchi Rotea R3 a traino senza sacco a 99 euro (offerta on-line), che aveva una serie di funzioni interessanti, tra cui i comandi sul manico e la spazzola pavimenti con le setole rotanti.

L'aspirapolvere mantiene ciò che promette: i comandi sul manico permettono di gestire accensione e potenza senza doversi chinare, il traino è molto agile nel movimento e la spazzola per pavimenti rotante cattura più polvere rispetto alla spazzola tappeti-pavimenti (inclusa nella confezione).

Tuttavia non avevo considerato i numerosi tappeti presenti in casa mia e i due gatti. Il pelo dei miei cuccioli intasa il filtro costringendomi a lavarlo ad ogni utilizzo, pena calo di potenza, e la spazzola combinata tappeti-pavimenti non presenta spazzole rotanti il che, unito alla non sufficiente potenza di aspirazione, fa si che non venga rimosso tutto lo sporco dalle fibre.

Conclusione: aspirapolvere con buon rapporto qualità-prezzo ma consigliata per chi non ha animali e tappeti.

Per capodanno, in previsione della visita di mia sorella, soggetto fortemente allergico ai gatti, ho chiesto in prestito ai miei la Folletto kobolt 135. 

Premetto che mia mamma è innamorata della Folletto e non la cambierebbe per nulla al mondo, mentre io non ho la stessa passione. Devo però dire che la forza di aspirazione è eccezionale e che i mie tappeti sono splendenti. 

Tuttavia di contro ha il fatto che non passa sotto tutti i mobili e all'interno di tutti i petugi. Per poter pulire bene negli anfratti è necessaio smontare l'accessorio "scopa" dal motore, smontare il manico, attaccare la cinghia ed appendersi il motore alla spalla, agganciare il tubo flessibile, lancia e bocchettone ... 10 minuti persi per il monta e smonta ogni volta, oltre alla scomodità di dover portare "a spalluccia" il motore.

Stessa cosa vale per il picchio, accessorio che pulisce i divani e, voi capirete, che con due gatti che ogni tanto vi si fanno una passeggiatina, per me la pulizia  del divano è un'incombenza  quotidiana. 

Per non parlare del costo proibitivo! Intorno ai 2000 euro per il nuovo modello full optional. On-line si trova anche a meno, ma comunque mai sotto i 600 euro. Inoltre i sacchetti originali costano 5 euro l'uno e considerando che ho quella di mia mamma da capodanno e la spia indica che il sacchetto (nuovo) è pieno oltre la metà, vuol dire che mi serviranno almento 5-6 sacchetti all'anno. 

Ricordandomi della passione di una mia ex-collega per Dyson, mi sono fatta una cultura, ma devo dire che non mi ha convinto completamente. Innanzi tutto dalle recensioni ho appreso che non aspira particelle di sporco un pò grandi (briciole) ed io ho due gatti che portano in casa sassolini, fili d'erba ecc. ed un bambino che quando fa merenda potrebbe nutrire anche una colonia di formiche; inoltre, puntavo sul modello a scopa con tubo estraibile (perché ha la spazzola elettrica con le setole che girano), ma sembra veramente molto ingombrante. 

Per raccogliere lo sporco più grosso con il modello Dyson DC42 allergy è necessario sfilare il tubo e la lancia e montare la spazzola aggiuntiva (da acquistare a parte); stessa cosa vale per poter passare sotto i mobili o i letti, cosa che non mi sembra molto agevole. 

Considerando il prezzo non proprio economico di questo modello (€ 605) ho proprio molta paura di fare un buco nell'acqua.

Ora non so proprio che pesci pigliare! 

Mi sta anche passando per la testa di prendere ancora Hoover. Esiste un modello a traino potente e con la spazzola battitappeto che costa intorno ai 300 euro. Considerate che la mia prima Hoover mi era costata intorno ai 250 euro.  

Il mio cruccio è la pulizia dei tappeti. Purtroppo l'unica marca che produce un traino con battitappeto elettrico è la Lindhouse. A prescindere dal fatto che non conosco la marca, diffido sempre un pochino di quei produttori che non ti dicono il prezzo. Di questa marca sono riuscita con molta fatica a trovare il prezzo in dollari (riservato al mercato americano) ovvero 1299 dollari, pari a circa 830 euro. Non esistono rivenditori e si acquista tramite il loro commerciale.

Non so proprio cosa farò, l'unica cosa certa è che sono stanca di vedere paesaggi da film western con rotoli di polvere vaganti per casa. 

Torno alla mia ricerca dell'aspirapolvere che non c'è. 

Buona serata!

Emanuela


mercoledì 22 gennaio 2014

Com'è finita con la pasta madre?

Ciao a tutti, 

oggi mi sono resa conto che non vi ho dato più gli aggiornamenti sulla pasta madre che avevo cominciato a produrre in dicembre. 

Purtroppo non è andata tanto bene ... è stata colonizzata da muffe indesiderate. 

Può capitare. Alcuni siti dicono di togliere la parte colonizzata dalle muffe ed andare avanti, ma sinceramente io non mi sono fidata ed ho eliminato tutto. 

Siccome mia cugina, donatrice di macchina per il pane, ha perso le palette impastatrici della macchina (ora inutilizzabile), non ho ritentato l'esperimento per ora, visto e considerato che il mio forno non cuoce bene. 

Oggi cosa state facendo di bello? 

Io sto facendo da baby sitter alla bimba di una coppia di amici. Non sta molto bene, piccina, e sono ormai due ore che dorme. 

Allora ne ho approfittato per postare una ricettina (anzi due) nella sezione ricette. 

Buon pomeriggio!!

Emanuela


martedì 21 gennaio 2014

Senza nemmeno guardarmi allo specchio!

Ciao a tutti,

la mia opera di decluttering sta finalmente giungendo alla fine. Il mobile del soggiorno è stato ampliato e tutto ciò che giaceva nei vari pertugi di casa mia ha finalmente trovato un posto.

In cantina, uno scatolone pieno di oggetti da eliminare attende che io decida la modalità di smaltimento (butto? regalo? vendo?) e le ultime cose che ancora non sono posizionate nel modo a me più congeniale stanno trovando collocazione.

Il mio stato di desperate housewife invece va sempre peggio. L'ho realizzato questa mattina, quando nel portare il mio piccino alla materna, ho varcato la porta di casa rendendomi conto qualche minuto dopo, che non mi ero nemmeno sistemata i capelli, arruffati e scompigliati così come la fascia per capelli usata per lavarmi agevolmente il viso li aveva lasciati.

Ormai tuta e pigiama sono gli unici indumenti che si alternano addosso a me e considerando che nel fine settimana rottameremo la macchina del mio compagno, rimanendo con una macchina sola, temo che l'impossibilità di andare oltre i confini di Lucernate agevolmente, peggiorerà ulteriormente le cose.

Certo che mi chiedo come si faccia a trovare la voglia di vestirsi adeguatamente e magari di truccarsi solo per accompagnare il tuo piccino a scuola. Eppure vedo le mamme casalinghe dei compagni di mio figlio opportunamente agghindate stile "uomini e donne" immancabilmente ogni mattina.

Brave, vi faccio i miei complimenti! Io se potessi uscire in mutande lo farei :-)!

La verità è che la felicità non è il fine, ma il mezzo e probabilmente se fossi un pochino più felice avrei anche più voglia di coccolarmi e curare il mio aspetto.

Ma ci sto lavorando!!

Ho comprato un libro: "Guarisci te stesso" di Louise L. Hay. Il libro non è scritto da lei ma da una sua amica medico Dr. Mona Lisa Schulz.

Lo sto ancora "studiando" però il messaggio che la Hay vuole passare è che ciò che siamo è lo specchio della nostra mente e che possiamo cambiare lo status quo cambiando il modo di percepire noi stessi. L'autrice non promette guarigioni sicure, ma promette una vita migliore.

Non so se il suo metodo funzioni davvero, ma intanto mi ha dato un pò di positività, tanto quanto basta per spingermi ad iscrivermi ad un concorso pubblico per titoli ed esami. Ora mi toccherà studiare ... male non può farmi!

Quindi nel prossimo futuro le mie giornate saranno occupate dallo studio: per il concorso, per ritrovare la felicità, per ritrovare un pochino di salute.

Proprio per quest'ultimo proposito sto studiando anche alcuni approcci dietetici, ma ammetto che più leggo più sono confusa. Tutti forniscono spiegazioni molto belle su come il regime dietetico da loro sostenuto possa apportare un contributo positivo sullo stato di salute. Uno in particolare, sostenitore della macrobiotica, dice addirittura che con il suo metodo è possibile guarire da qualsiasi malattia in 10 giorni.

Da biologa devo dire che tutti i metodi fin'ora analizzati (veganesimo, crudismo, macrobiotica) non mi convincono: mi sembrano tutti estremamente sbilanciati dal punto di vista nutrizionale. Devo dire però che stanno diventando fonte di ispirazione per alcune ricettine interessanti. Ci sto lavorando, nei prossimi giorni ne posto qualcuna.

Ora vado a sistemare le ultime cose prima dell'arrivo del mio piccolino.

Buona serata!!

Emanuela

giovedì 2 gennaio 2014

Declutteriamo?

Ciao a tutti,

come avete passato le festività natalizie? Io mica tanto bene, costretta a letto dalla gastroenterite i giorni tra la vigilia e S. Stefano non hanno avuto nulla di magico.

In compenso il mio bimbo, grazie all'impegno del papà, si è divertito moltissimo sia a stare con i parenti sia a scartare i numerosi pacchetti ricevuti.

Ora la sua mini cameretta nel mio mini appartamento necessita più che mai di una seria sistemata per far posto ai nuovi arrivi e visto che abbiamo deciso di aggiungere qualche elemento del soggiorno (Ikea naturalmente), ho deciso di seguire le regole del feng shui e preparare l'ambiente ai nuovi mobili.

Il feng shui è l'arte di posizionare case, oggetti, mobilio e tutto ciò che ha a che fare con l'abitazione e l'urbanistica, tenendo conto degli aspetti geologici, psichici e astrologici. Chiaramente non ci sono evidenze che vi siano dei vantaggi ad arredare la casa seguendo le regole del feng shui, ma trovo che alcuni principi siano utili per poter avere un ambiente armonioso in cui vivere.

Prima di spostare mobili o pitturare pareti, il feng shui prevede di fare ordine con criterio, attività conosciuta con il termine decluttering.

Pronti? via!!

Preparate due scatoloni. In uno metterete le cose non riutilizzabili che sono quindi destinate al riciclo o alla piattaforma ecologica; nell'altro metterete invece tutte quelle cose che possono essere ancora utilizzate.

Iniziate da una stanza. Non abbiate fretta! Avete impiegato anni ad accumulare, ci vorrà tempo per decidere cosa veramente serve e cosa invece crea solo disordine.

Ponetevi alcune semplici domande per stabilire cosa tenere e cosa no:

  1. Funziona ancora?
  2. Se si rompesse ne compreresti uno nuovo?
  3. Ha uno scopo? 
  4. L’ho mai usato?
  5. La state conservando per una non meglio identificata occasione futura?
  6. È davvero un ricordo?

Se la risposta alle prime 4 domande è no, dovrete solo stabilire in quale dei due scatoloni mettere l'oggetto.

Se arrivate ad un punto di stallo, chiedete aiuto: le persone che sono meno coinvolte dall'aspetto emotivo legato ad un oggetto sono più obiettive nello stabilire la vera utilità delle cose.

Una volta riempiti i due scatoloni gli oggetti devono uscire da casa vostra. Gli oggetti ancora utilizzabili possono essere venduti, barattati o regalati, starà a voi scegliere la modalità. Gli oggetti non più utilizzabili devono essere adeguatamente separati per il riciclo classico, non dimenticando la possibilità di farne dono per il riciclo creativo.

Personalmente ho utilizzato spesso piattaforme come e-bay, Reoose ed il gruppo facebook "Te lo regalo se vieni a prenderlo" per liberarmi degli oggetti ancora in buono stato, ma anche per donare materiale per il riciclo creativo.

Mi sa che a breve avrò tante cosine da barattare o regalare.

Buon decluttering a tutti!!

Emanuela

mercoledì 1 gennaio 2014

Benvenuti nel 2014!

Il treno del tempo senza retromarcia ha superato una nuova tappa e ci ha portato inesorabilmente nel 2014.

Con la mano, dal finestrino, salutiamo ciò che è stato e che non sarà più e mai come quest'anno il mio primo pensiero va a chi aveva il biglietto con destinazione 2013. Ora guardando dal finestrino indietro nel tempo non potrò fare a meno di vedere il loro ricordo che riposa sereno su di un prato fiorito dopo il lungo viaggio.

Saliamo e scendiamo da questo treno senza aver scelto di farlo ed una volta in corsa, non possiamo far altro che viaggiare, in avanti, inesorabilmente. Alcune persone si siedono accanto a noi per molto tempo; altre passano, ci lasciano frammenti di memoria e proseguono verso un altro vagone e noi, composti di infinitesimi frammenti, cresciamo ogni giorno sempre un pò di più.

All'inizio del viaggio i frammenti sono dei colori della vita, ma nel tempo, frammenti scuri coprono i colori costringendoci ad un costante e faticoso lavoro per ordinare e non perdere di vista i momenti importanti della vita.

Il 2013 mi ha lasciato tanti frammenti scuri e solo alcuni colorati e quest'anno fare ordine è stato veramente difficile. Un anno arido di opportunità e gelido di umanità, con faticose e lunghe salite seguite da piccole e flebili discese.

Ora mi chiedo che frammenti lascerà lungo il percorso il nuovo anno. Mi armo di buoni propositi e riempio di speranza gli spazi tra i frammenti  nel tentativo di proteggere la fiamma calda e delicata dell'anima.

E a voi tutti auguro di poter vedere realizzati i sogni che rappresentano l'essenza della vostra esistenza e di aver la possibilità di godere a pieno del viaggio attraverso il 2014.

Buon anno!!

Emanuela