Ciao a tutti,
da circa un annetto, ovvero, da quando sono rimasta a casa, mi sto interrogando sulle cause che hanno portato la nostra società fino a qui. Nella mia testa rimbomba sempre più di frequente il vecchio adagio "si stava meglio quando si stava peggio" e devo dire che inizio a pensare che sia proprio vero.
Nel momento in cui mi sono resa conto che sarei rimasta a casa senza lavoro, mi sono sentita persa perché temevo che le giornate, una volta occupate freneticamente da lavoro, casa e famiglia, sarebbero diventate incredibilmente vuote. L'aspetto economico non mi preoccupava, sapevo che ce l'avremmo fatta anche con un solo stipendio. Cosa mi rendeva così sicura?? Non di certo l'ammontare della busta paga del mio compagno, ma la consapevolezza che sarebbe stato possibile vivere felici con meno, in barba al modello consumista che ci viene servito in tutte le salse, modello per il quale sei qualcuno solo se hai. "Se hai cosa?" direte voi. Tutto, non importa cosa, tutto quello che il sistema capitalista ti propina come indispensabile ed irrinunciabile. La cosa preoccupante è che al crescere dei beni materiali posseduti, non corrisponde una crescita del benessere psicofisico delle persone.
Allora ho fatto un piccolo esercizio, mi sono seduta sul divano e ho iniziato ad osservare quello che avevo intorno: televisore, DVD recorder, stereo, PC, ma anche PC portatile e tablet. Salto l'elenco dei mobili e passo a: robot da cucina, ma anche frullatore ad immersione e minifrullatore tuttofare, formo tradizionale, ma anche microonde e ho quasi vergogna nel fare l'elenco delle cianfrusaglie che ho dentro i mobili della cucina. La mia riflessione si ferma alla cucina e rabbrividisco al pensiero che ho ancora bagno, camera, ripostiglio e soprattutto, cantina!
Ho fatto quindi mente locale su tutte le cose da me possedute e a quanto di ciò sia veramente utilizzato. Ho scosso la testa e mi sono rammaricata con me stessa. Si, perché dovete sapere che per natura io non sono maniaca dello shopping e che provenendo da una famiglia che non aveva molta disponibilità economica, sono abituata a ponderare bene gli acquisti e non incline agli "acquisti compulsivi". Tuttavia non sono immune dai condizionamenti indotti e tutta la cianfrusaglia in mio possesso ne è la prova.
Allora mi sono detta: quanti soldi avrei ora in più se solo fossi stata meno condizionabile, meno passiva davanti ai lavaggi del cervello mediatici? Tanti. Da qui la consapevolezza che vivere con uno stipendio è possibile grazie ad un consumo critico. Ho iniziato ad informarmi su quali sono i sistemi per ridurre i consumi senza che ne risentano i "servizi".
La prima cosa che ho fatto, è stata rendere la mia casa "a risparmio energetico" per quanto riguarda la corrente elettrica. Ho quindi investito gradualmente in lampadine led, cambiando tutte le vecchie lampadine a risparmio energetico via via che si fulminavano, con queste lampadine di nuova generazione. Il vantaggio è che si accendono subito come quelle ad incandescenza, ma consumano un decimo. Ho inoltre dotato tutti gli apparecchi elettronici di ciabatta con interruttore, in modo da interrompere il flusso di corrente quando non sono utilizzati. Si, perché come ben sapete gli apparecchi elettronici (PC, TV stereo, ecc.) rimangono costantemente in tensione ed alcuni hanno anche lucine che sebbene a led, fanno si che la corrente continui a passare costantemente. Solo apparentemente il consumo è irrisorio: se moltiplicate il consumo di un'ora, per 24 ore, per 365 giorni, sono bei soldini che se ne vanno. Solo a titolo esemplificativo vi riporto un link:
Successivamente è stato il turno degli elettrodomestici: lavatrice e lavastoviglie rigorosamente a pieno carico e cicli a bassa temperatura.
In ultimo occhio alle luci: accese solo se servono davvero. Una luce guida? Avete mai pensato alle candele?? Ho in mente un post riguardante l'autoproduzione, prossimamente su questo blog!
Non ci crederete ma con queste accortezze i miei consumi elettrici sono passati in media da 500 a 200 KW a bimestre!! Ho guadagnato io, ma ha guadagnato anche l'ambiente!
OK, fin qui è stato facile, il difficile arrivava ora, e riguardava la perdita dell'abitudine a comprare inutilmente. Il primo passo da compiere è mentale, bisogna rivedere gli schemi usati fin'ora e prendere consapevolezza di ciò che realmente serve per vivere bene: non mi servono 25 magliette, tanto poi indosso sempre e solo le solite 5, non mi serve per forza il frigo pieno, tanto poi finisce tutto in spazzatura. Cassetto e frigo vuoto inizialmente ci faranno sentire persi, disorientati e magari ci daranno anche senso di malessere, ma ricordate, non è reale, non state togliendo nulla di essenziale alla vostra vita e questa sensazione passerà presto lasciandovi un senso di leggerezza. Ogni volta che sentite la siatuazione sfuggirvi di mano fatevi sempre la stessa domanda: è veramente necessario?? Vi assicuro che gli acquisti futuri avranno un sapore completamente diverso e il senso appagante di uno shopping consapevole dura molto più a lungo!
Infine, non pensiate di essere soli in questa battaglia contro il consumismo! Finalmete iniziano a nascere siti dedicati al baratto o al semplice regalo di oggetti in buono stato che però a noi non servono più. Il primo sito che ho utilizzato è stato Reoose; successivamente mi sono iscritta ad un gruppo su facebook. Ho così regalato o barattato alcune cose che non utilizzavo e ho avuto la possibilità di avere una scrivania ed alcuni vestiti per mio figlio senza spendere nulla. Tutto in ottimo stato. Alla base vi è un cambio radicale di mentalità che fa perno sul concetto di riutilizzo di tutto ciò che non è ancora pronto per la discarica, con un vantaggio per le persone e per l'ambiente.
Il discorso potrebbe proseguire e probabilmente ci ritornerò, ma non è mia intenzione annoiarvi. Chiudo la riflessione soffermandomi solo un attimo sull'insoddisfazione genereale che questo sistrema ha portato nella nostra società e su come erroneamente la si colleghi allo stato economico. Sempre più spesso mi capita di incontrare persone che sono insoddisfatte non tanto del trattamento economico a loro riservato, ma dalle condizioni di vita, caratterizzata da troppo tempo dedicato ad un lavoro che non da soddisfazioni e troppo poco da dedicare a ciò che piace davvero o alle altre persone ed il tentativo di riempire il vuoto dell'anima con gli oggeti non sazia!
Se avete ancora qualche minuto di tempo vi consiglio la visione di un video che spiega molto bene perché il modello economico attuale non è adeguato ne dal punto di vista economico ne da quello etico.
Buona visione e buona riflessione!!
Emanuela