Ciao,
sono Emanuela e da ormai un anno sono disoccupata.
sono Emanuela e da ormai un anno sono disoccupata.
La cosa più difficile della mia situazione? Trovare qualcosa da fare nelle mie giornate infinite che mi dis-occupino la mente dal continuo, compulsivo ed ossessivo pensiero della ricerca di un introvabile lavoro.
Si perché tutti danno per scontato che la mancanza del lavoro porti con se delle difficoltà economiche, ma nessuno pensa al fatto che senza il lavoro ad occupare buona parte della tua giornata, il vuoto più assoluto diventa il tuo compagno quotidiano. E se hai la sfotuna (sfortuna?) di essere una persona attiva, questo vuoto diventa insopportabile.
Quante volte in quest'ultimo anno mi sono sentita dire: "Beh dai guarda il lato positivo, hai tanto tempo per te!". Apprezzo l'intenzione di tirarmi su il morale, ma il fatto è che la disoccupazione non è una scelta, ma qualcosa che ti colpisce tuo malgrado. Quando il tempo libero è fatto di benessere economico è bellissimo, perché lo puoi riempire di palestra, di shopping, di caffè al bar e tutto quello che ti passa per la mente. Ma quando questo tempo si associa a ristrettezza economica c'è poco da divertirsi. Le tue giornate passano lente e molto lontane da quanto citato, il tuo unico impegno diventa la ricerca del lavoro con tutti i mezzi a tua disposizione. E questo maledetto/benedetto lavoro spesso tarda ad arrivare...
E come per l'elaborazione del lutto si passa attraverso i 5 stadi del dolore:
- Negazione della realtà ed isolamento: non sta succedendo a me... non sta succedendo a me...
- Rabbia: porca miseria, è successo, perché a me ... perché a me ... perché a me...
- Auto recriminazioni: avrei potuto, avrei dovuto, se avessi fatto questo e quello adesso magari ... sono un incapace, il mio curriculum fa schifo ...
- Depressione: ... perché nessuno mi vuole ... dove sto sbagliando ... cosa devo fare ...
- Accettazione: è andata così, non è colpa mia, domani andrà meglio, è solo questione di tempo.
Io le ho già passate tutte e cinque ed ora che finalmente ho ritrovato un pochino di serenità interiore ho deciso di aprire questa finestra sul mondo che mi fa sentire un pò meno sola nonostante io sia seduta nella mia solitaria cucina e magari qualcuno leggendo queste pagine si sentirà a sua volta meno sola/o nell'affrontare questa sfida.
In bocca al lupo e me (e a voi) e nell'attesa che la ruota giri, ecco un pò di modi per ammazzare il tempo e dare respiro al mio (e al vostro) tormentato cervellino!
Emanuela